Dal novembre 1936 al settembre 1938 le Brigate Internazionali hanno combattuto nella Guerra Civile Spagnola, un conflitto armato che è durato dal luglio 1936 all’aprile 1939.

A partire dal 19 luglio 1936, la classe operaia fece una rivoluzione in risposta al colpo di stato militare-fascista di Franco. Nello stato spagnolo ci fu una autentica resistenza rivoluzionaria degli operai alla sollevazione fascista, espressione della borghesia conservatrice, del suo esercito e della sua chiesa latifondista, e si diede una guerra di classe, una guerra civile rivoluzionaria.

Nei mesi successivi allo scoppio della guerra civile, le forze politiche e sindacali legate al Fronte Popolare organizzano la difesa della Repubblica creando colonne armate alle quali, progressivamente, si uniscono volontari provenienti da tutto il mondo.

Tra queste colonne si distinguono la Colonna Durruti, guidata dal popolarissimo comandante anarchico Buonaventura Durruti (1896-1936), che cadrà nella difesa di Madrid, e il Quinto Reggimento, creato dai comunisti e comandato da Enrique Lister (1907-1994) e Juan Modesto (1906-1969).

I volontari delle Brigate Internazionali, promosse, organizzate e radunate in Spagna dall’Internazionale comunista, provengono da 52 paesi diversi, sono circa 40.000 e migliaia di loro moriranno in combattimento. In tutti i paesi europei e in America si moltiplicano le iniziative e le raccolte di aiuti a favore della Repubblica. Nascono così organismi quali il Comitato internazionale per l’aiuto al popolo spagnolo e il Soccorso Rosso internazionale.

Tutto questo non bastò ad arginare l’avanzata delle truppe fasciste di Franco. Stalin inizialmente non era certo dell’intervento, preferendo restare neutrale. Ma dopo il fallimento della linea di non-intervento istituita da alcuni paesi europei con l’obiettivo di evitare qualsiasi escalation o espansione del conflitto, i tedeschi e gli italiani finirono per essere sempre più coinvolti. E fu così che l’URSS si vide costretta a passare all’azione. 

L’armamento delle brigate internazionali fu all’inizio costituito individualmente dai fucili a ripetizione manuale tipo Mauser 1916 o 1896 su licenza spagnola, poi da una quantità difforme per calibro e qualità di fucili derivanti soprattutto dalla prima guerra mondiale, come i francesi Lebel e Berthier, gli austro-tedeschi Schmidt-Rubin, i giapponesi Arisaka, gli americani Remington P14 e P17 (validissimi e derivanti da giacenze USA rimaste in Francia dopo il 1918).
Dopo la decisione stentorea di Stalin di inviare aiuti più consistenti, giunsero enormi quantitativi di fucili russi Mosin-Nagant 91/30, rozzi ma di grande robustezza, che andarono ad armare anche l’esercito repubblicano, non inquadrato negli internazionalisti. Le mitragliatrici più diffuse fra le brigate internazionali erano le medie russe Maxim 1910 (su rotelle e con scudo protettivo), le Maxim-Tokarev e le leggere Degtyarev 28 con caricatore a padella orizzontale e bipede. Le granate a mano erano polacche ad ananas, le Lafitte francesi, l’infinita varietà delle spagnole a frammentazione (dette Tonelete ecc.) e le bottiglie molotov anticarro autoprodotte. Le pistole erano perlopiù le diffusissime spagnole Astra 400, dette sigaro (puro); vi erano poi le nuovissime sovietiche Tokarev TT33 (rare). I mezzi pesanti d’appoggio erano essenzialmente i carri sovietici T26B (200 mezzi c.a), i migliori di tutta la guerra spagnola, tali carri (comandati dal generale sovietico Pavlov) furono decisivi sul Jarama e a Guadalajara così come i caccia sovietici Polikarpov ed i Chatos e Mosca, più agili dei velivoli italiani e tedeschi inviati da Hitler e dal duce.

La Puerta de Alcalá a Madrid nel 1937 con il volto di Stalin nell’arco centrale

La prima nave carica di armi sovietiche arrivò al porto di Cartagena il 12 ottobre 1936. Durante tutta la guerra, nei porti controllati dalla Repubblica attraccarono 66 navi che consegnarono alla Spagna equipaggiamento militare sovietico, armi leggere, munizioni e altro materiale. Il governo del Fronte Popolare decise da solo di quali armi aveva bisogno, e le pagò in contanti grazie ai prestiti sovietici e alle riserve d’oro del paese, parte delle quali furono trasferite all’Unione Sovietica nei primi mesi del conflitto.

Durante i tre anni di guerra civile, Mosca fornì al Fronte Popolare e ai suoi sostenitori 648 aerei (caccia I-15 e I-16, bombardieri SB, ecc.), 347 carri armati (principalmente T-26), 60 veicoli blindati, oltre 1.100 pezzi di artiglieria, 340 mortai, 20.000 mitragliatrici, quasi 500.000 fucili, 862 milioni di munizioni, 3,5 milioni di granate, e altro ancora.
Così come fece notare il ministro della Marina e dell’Aeronautica della Repubblica, Indalecio Prieto, nel gennaio del 1937: “L’Unione Sovietica è l’unico paese al mondo (oltre al Messico) ad aver fornito sostegno armato alla Repubblica Spagnola, senza clamore o fanfare…”.


Volto di Stalin del Ministero della Pubblica Istruzione

Oltre alle armi, Mosca inviò consiglieri militari e specialisti per aiutare gli spagnoli, oltre a piloti, equipaggi di carri armati, marinai, operatori di segnali, artiglieri antiaerei, ingegneri militari e interpreti. Il loro compito era quello di preparare e addestrare le forze armate repubblicane; ma molti di loro si ritrovarono a dover prender parte alle battaglie.

“In Spagna mandammo sia operatori giovani e alle prime armi, che istruttori esperti e professionali. Il paese divenne una specie di campo di addestramento per provare le nostre future operazioni di intelligence militare. Molte delle mosse successive dell’intelligence sovietica si basarono sui contatti stabiliti in Spagna e sulle conclusioni tratte dalla nostra esperienza spagnola”, scrisse Pavel Sudoplatov, uno dei massimi ufficiali dell’intelligence sovietica.

I consiglieri militari e gli specialisti sovietici ebbero un ruolo chiave nella riuscita della difesa di Madrid, nell’autunno del 1936. Un episodio notevole di quella battaglia fu l’incursione del 29 ottobre dei carri armati sovietici T-26 nel villaggio di Sessinia (30 km dalla capitale), durante la quale sconfissero uno squadrone di cavalleria marocchina, distrussero un battaglione di fanteria franchista e inflissero danni significativi ai blindati italiani. Fu lì che il comandante del plotone di carri sovietici, il tenente Semjon Osadchij, eseguì il primo ariete al mondo, spingendo un tankette italiano in un burrone.

Perché l’Unione Sovietica ha combattuto nella guerra civile spagnola?