Quando mori Iosif Stalin alcuni dirigenti del comitato centrale pensarono di dedicargli un museo, con gli oggetti che più lo avevano caratterizzato durante la sua vita.

E qui nacque il problema. Stalin non aveva una casa di proprietà, non aveva una macchina, non possedeva terreni, sulla sua scrivania trovarono decine di buste impolverate contenenti stipendi mai utilizzati, leggendo molti documenti presenti si resero conto che la maggior parte dei soldi che Stalin guadagnava erano destinati ad alleviare le sofferenze dei russi bisognosi che gli scrivevano per chiedergli un sostegno, all’oscuro del comitato centrale contribuiva economicamente alle spese che i comunisti e gli operai all’estero dovevano affrontare nella loro lotta quotidiana contro il capitale, con loro grandissimo stupore si resero conto che il suo stipendio era il più basso dell’intero comitato centrale e non superava lo stipendio medio di un’operaio sovietico.

Nonostante il giornale Time lo abbia inserito tra gli uomini più ricchi di tutti i tempi Stalin, le uniche cose di cui era in possesso erano un cappotto, un paio di stivali e una pipa. 
Stalin lavorava in media dalle 16 alle 20 ore al giorno, spesso obbligando anche i suoi dipendenti più stretti ed i membri del partito a svolgere orari improponibili e durissimi. La difesa del socialismo necessitava di una lotta costante e senza tregua.
Stalin rimarrà per sempre uno dei pochi grandi leader politici che abbia fatto tutto per il proprio popolo senza chiedere mai nulla in cambio se non uno stipendio pari a quello di un operaio. Questo è uno dei motivi per cui la borghesia si è tanto accanita su di lui, facendo passare come un pazzo sanguinario e psicolabile un uomo che come tutti ha fatto i suoi sbagli, ma di cui non si può mettere in discussione l’integrità morale e nel complesso la giustezza della direzione politica offerta all’URSS, trasformata da paese agricolo e arretrato in una potenza mondiale in grado di sostenere tutti i movimenti antimperialisti e anticolonialisti del mondo.
Per approfondire il totale disinteresse per il denaro di Stalin raccontiamo un aneddoto molto significativo

Konstantin Konstantinovič Rokossovskij nel 1917, allo scoppio della rivoluzione, attratto dal carisma rivoluzionario di Stalin e di Lenin, aderisce al movimento rivoluzionario entrando nell’Armata Rossa e raggiungendo il grado di Generale.

Soprannominato “Il martello degli unni”, comandò le Armate del Fronte del Don che distrussero le truppe naziste dopo averle accerchiate nella sacca di Stalingrado.

Nell’immediato dopoguerra, celebrato in tutto il mondo per il suo accume militare, per il suo straordinario coraggio e per la sua genialità strategica, Rokossovskij decise di farsi costruire una grandiosa dacia alle porte di Mosca.

Una volta terminati i lavori invitò per l’inaugurazione tutto il Politburò e tutto lo Stato Maggiore dell’Armata Rossa. Venne anche il Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Josef Stalin. La festa andò avanti tutta la notte. Si cantarono canzoni rivoluzionarie, si ricordarono i fatti della guerra, si raccontarono una moltitudine di aneddoti personali e politici. Arrivato il momento di congedarsi, Stalin inaspettatamente prese parola e disse:

“Volevo fare vivi complimenti al mio vecchio compagno Rokossovskij per questa gigantesca e lussuosa dacia, questa imponente e meravigliosa abitazione in cui ci troviamo. Egli sa benissimo che i dirigenti rivoluzionari come lui, temprati nel fuoco della lotta, possono benissimo alloggiare in uno dei tanti alloggi popolari che il potere sovietico mette gratuitamente a disposizione dei propri figli. Desidero dunque ringraziarlo per questa ampia, spaziosa e bella casa che ha costruito per gli orfani e i bambini russi.”

Nello stesso giorno la dacia fu popolata dagli orfani di guerra, divenendo una delle strutture più avanzate ed accoglienti di Mosca.

IL TOTALE DISINTERESSE PER IL DENARO

L’orfanotrofio di Stalin