La storia dell’isola cinese di Taiwan, oggetto dell’attuale disputa tra due super potenze mondiali: Cina e Stati Uniti, é indissolubilmente legata al movimento nazional fascista del Koumintang. La propaganda atlantista tende a presentarci una piccola nazione democratica che rischia di essere aggredita da una nazione imperialista autoritaria, riducendo il tutto in bianco e nero e nascondendo un secolo di storia caratterizzato dall’ascesa e disfatta del fascismo cinese del Koumintang e, soprattutto, il fatto incontrovertibile che l’isola di Taiwan fa parte integrante del territorio nazionale cinese, né più e né meno di come la Sicilia rappresenta un irrinunciabile porzione dell’Italia.

La nascita del Koumintang
Il Kuomintang (KMT ) fa risalire le sue radici ideologiche e organizzative al lavoro di Sun Yat-sen, un sostenitore del nazionalismo e della democrazia cinese che fondò la Revive China Society nella capitale della Repubblica delle Hawaii, Honolulu, il 24 novembre 1894. Nel 1905, Sun unì le forze con altre società anti monarchiche a Tokyo, nell’Impero del Giappone, per formare il Tongmenghui, un gruppo impegnato nel rovesciamento della dinastia Qing e nell’istituzione di una repubblica, il 20 agosto 1905.

Il Tongmenghui ha sostenuto la Rivoluzione Xinhai del 1911 e la fondazione della Repubblica di Cina il 1 ° gennaio 1912. Sebbene Sun e il Tongmenghui siano spesso descritti come i principali organizzatori della Rivoluzione Xinhai, in realtà la rivoluzione ha un marcato carattere spontaneo dove le masse cinesi si sollevarono contro la Dinastia senza essere guidate da un specifico leader. Sun fu eletto solo in seguito come presidente provvisorio della neonata repubblica. Non avendo alcuno potere militare fu costretto a cedere il potere al Generale Yuan Shikai, che organizzò l’abdicazione di Puyi, l’ultimo imperatore, il 12 febbraio.

Il 25 agosto 1912, il Partito nazionalista fu istituito presso la Huguang Guild Hall di Pechino, dove il Tongmenghui e cinque piccoli partiti pro-rivoluzione si unirono per partecipare alle prime elezioni nazionali. Sun fu scelto come presidente del partito con Huang Xing come suo vice. Il membro più influente del partito fu Song Jiaoren, che mobilitò il sostegno di massa della nobiltà e dei mercanti in sostegno di una democrazia parlamentare costituzionale. Il partito si oppose ai monarchici costituzionali e cercò di controllare il potere di Yuan. I nazionalisti vinsero la stragrande maggioranza nelle prime elezioni dell’Assemblea nazionale nel dicembre 1912.

Tuttavia, Yuan iniziò presto a ignorare il parlamento nel prendere decisioni presidenziali. Song Jiaoren fu assassinato a Shanghai nel 1913. I membri dei nazionalisti, guidati da Sun Yat-sen, sospettarono che dietro il complotto ci fosse Yuan e così organizzarono la Seconda Rivoluzione nel luglio 1913, una rivolta armata mal pianificata e mal supportata per rovesciare Yuan. Il Generale riusci’ a domare la rivolta e d espulse il Kuomintang dal parlamento accusandolo di atti sovversivi e di tradimento. Yuan sciolse i nazionalisti, i cui membri erano in gran parte fuggiti in esilio in Giappone, a novembre e sciolse il parlamento all’inizio del 1914.

Yuan Shikai si autoproclamò imperatore nel dicembre 1915. Mentre era esiliato in Giappone nel 1914, Sun fondò il Partito Rivoluzionario Cinese l’8 luglio 1914, ma molti dei suoi vecchi compagni rivoluzionari, tra cui Huang Xing, Wang Jingwei, Hu Hanmin e Chen Jiongming, si rifiutarono di unirsi e sostenere i suoi sforzi nell’incitare alla rivolta armata contro Yuan. Per entrare a far parte del Partito Rivoluzionario, i membri dovevano prestare giuramento di fedeltà personale al Sun, che molti vecchi rivoluzionari consideravano antidemocratico e contrario allo spirito della rivoluzione.

Sun tornò in Cina nel 1917 per stabilire una giunta militare a Canton per opporsi al governo Beiyang, ma fu presto costretto a lasciare l’incarico auto esiliandosi a Shanghai. Lì, con rinnovato sostegno, resuscitò il KMT il 10 ottobre 1919, sotto il nome di Kuomintang della Cina (中國國民黨) e stabilì la sua sede a Canton nel 1920.

L’aiuto sovietico
Nel 1923, il KMT e il suo governo cantonale accettarono l’aiuto dell’Unione Sovietica dopo che gli era stato negato il riconoscimento dalle potenze occidentali. I consiglieri sovietici – il più importante dei quali era Mikhail Borodin, un agente del Comintern – arrivarono in Cina nel 1923 per aiutare nella riorganizzazione e nel consolidamento del KMT sulla falsariga del Partito Comunista Russo (bolscevichi), stabilendo una struttura di partito leninista che durò fino agli anni ’90. Il Partito Comunista Cinese (PCC) aveva ricevuto istruzioni dal Comintern di cooperare con il KMT, e i suoi membri sono stati incoraggiati a unirsi pur mantenendo le loro identità di partito separate, formando il Primo Fronte Unito tra i due partiti. Anche Mao Zedong e i primi membri del PCC si unirono al KMT nel 1923.

I consiglieri sovietici aiutarono anche il KMT a creare un istituto politico per addestrare i propagandisti nelle tecniche di mobilitazione di massa e nel 1923 Chiang Kai-shek, uno dei luogotenenti di Sun ai tempi di Tongmenghui, fu inviato a Mosca per diversi mesi di studio militare e politico. Al primo congresso del partito nel 1924 a Kwangchow, Kwangtung, (Guangzhou, Guangdong) che includeva delegati non del KMT come membri del PCC, adottarono la teoria politica di Sun, che includeva i Tre Principi del Popolo: nazionalismo, democrazia e sostentamento.

Quando Sun Yat-sen morì nel 1925, la leadership politica del KMT cadde su Wang Jingwei e Hu Hanmin, rispettivamente i leader delle fazioni di sinistra e di destra del partito. Tuttavia , il vero potere era nelle mani di Chiang Kai-shek, che aveva il controllo quasi completo dell’esercito come sovrintendente dell’Accademia militare di Whampoa. Grazie alla capacità militare di Chiang Kai-shek, il KMT rafforzò il suo governo su Canton, il capoluogo di provincia di Kwangtung. I signori della guerra del Guangxi giurarono fedeltà al KMT permettendogli di diventare un governo rivale in opposizione al governo del signore della guerra Beiyang con sede a Pechino.
Chiang assunse la guida del KMT il 6 luglio 1926. A differenza di Sun Yat-sen, che ammirava molto e che forgiò tutte le sue idee politiche, economiche e rivoluzionarie principalmente da ciò che aveva appreso alle Hawaii e indirettamente attraverso Hong Kong e il Giappone sotto il Meiji Restoration, Chiang sapeva relativamente poco dell’Occidente. Studiò anche in Giappone, ma era saldamente radicato nella sua antica identità cinese Han ed era immerso nella cultura cinese.

Con il progredire della sua vita, divenne sempre più attaccato all’antica cultura e tradizioni cinesi che furono la base di una sua versione personale del fascismo. I suoi pochi viaggi in Occidente confermarono la sua visione pro-antica cinese e studiò assiduamente gli antichi classici cinesi e la storia dell’antica Cina. Nel 1923, dopo la formazione del Primo Fronte Unito, Sun Yat-sen inviò Chiang a trascorrere tre mesi a Mosca per studiare il sistema politico e militare dell’Unione Sovietica. Sebbene Chiang non seguisse la dottrina comunista sovietica, lui, come il Partito Comunista, cercò di distruggere il signore della guerra e l’imperialismo straniero in Cina, e al suo ritorno fondò l’Accademia militare di Whampoa vicino a Guangzhou, seguendo il modello sovietico. Le strette collaborazioni tra il Kuomintang e i sovietici non significavano che Chiang Kai-shek aveva sposato l’ideologia comunista. Per lui il partito bolscevico era un utile alleato e riprodusse solo l’organizzazione militare di Trosky e l’organizzazione politica dei Soviet per meglio strutturare il suo partito e la sua ala militare.

Chiang era anche particolarmente impegnato nell’idea di Sun di “tutela politica”. Sun credeva che l’unica speranza per una Cina unificata e migliore risiedesse in una conquista militare, seguita da un periodo di tutela politica che sarebbe culminato nel passaggio alla democrazia. Usando questa ideologia, Chiang successivamente divenne il dittatore della Repubblica di Cina spostando definitivamente il KMT su una politica assolutista e fascista basata sul nazionalismo e sulle antiche tradizioni che non tollerava alcuna forma di opposizione interna o esterna al partito.

L’ascesa di Chiang Kai-shek


Dopo la morte di Sun Yat-sen, Chiang Kai-shek emerse come leader del KMT, che conteneva ancora al suo interno le fazioni di sinistra e di destra, e lanciò la spedizione nel nord per sconfiggere i signori della guerra del nord e unire la Cina sotto il suo partito. Con il suo potere confermato nel sud-est, il governo nazionalista nominò Chiang Kai-shek comandante in capo dell’esercito rivoluzionario nazionale (NRA) e iniziò la spedizione del nord per sopprimere i signori della guerra. Chiang dovette sconfiggere tre distinti signori della guerra e due eserciti indipendenti. Chiang, aiutato dai sovietici, conquistò la metà meridionale della Cina in nove mesi.

Una spaccatura scoppiò tra il Partito Comunista Cinese e il KMT, che minacciò la Spedizione del Nord. Wang Jing Wei, che guidava gli alleati di sinistra del KMT, prese la città di Wuhan nel gennaio 1927. Con il sostegno dell’agente sovietico Mikhail Borodin, Wang dichiarò che il governo nazionale si era trasferito a Wuhan. Dopo aver preso Nanchino a marzo, Chiang fermò la sua campagna e preparò una violenta rottura con Wang e i suoi alleati comunisti. L’espulsione da parte di Chiang del PCC e dei suoi consiglieri sovietici, segnata dal massacro di Shanghai del 12 aprile, portò all’inizio della guerra civile cinese. Wang alla fine cedette il suo potere a Chiang.
Nonostante che la deriva fascista del KMT stava sempre più emergendo Joseph Stalin ordinò al Partito Comunista Cinese di obbedire alla leadership del KMT.

Le ragioni successivamente ipotizzate furono due. Stalin non aveva ancora compreso la deriva fascista di Chiang Kai-shek, ritenendolo il politico e condottiero più capace e maturo della Cina oppure aveva intuito la direzione del KMT ma non si fidava della direzione del Partito Comunista Cinese che già iniziava a dare segnali di profonde differenze ideologiche con lo Stalinismo. Una volta che questa divisione fu sanata, Chiang riprese la sua spedizione nel nord e riuscì a prendere Shanghai.

Durante l’incidente di Nanchino nel marzo 1927, il KMT prese d’assalto i consolati degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Giappone imperiale, saccheggiò proprietà straniere e quasi assassinò il console giapponese. Furono uccisi un americano, due inglesi, un francese, un italiano e un giapponese. I miliziani di Chiang rubarono milioni di dollari nelle concessioni britanniche a Hankou, rifiutandosi di restituirle al governo del Regno Unito. Sia i nazionalisti che i soldati comunisti all’interno dell’esercito hanno partecipato alla rivolta e al saccheggio di residenti stranieri a Nanchino.

Il KMT prese Pechino nel 1928. La città era la capitale riconosciuta a livello internazionale, anche quando in precedenza era controllata dai signori della guerra. Questo evento ha permesso al KMT di ricevere un ampio riconoscimento diplomatico nello stesso anno. La capitale fu spostata da Pechino a Nanchino, la capitale originaria della dinastia Ming, e quindi un’epurazione simbolica degli ultimi elementi Qing. Questo periodo di governo del KMT in Cina tra il 1927 e il 1937 fu relativamente stabile e prospero ed è ancora noto come il decennio di Nanchino.

Dopo la spedizione del nord nel 1928, il governo nazionalista sotto il KMT dichiarò che la Cina era stata sfruttata per decenni in base ai trattati ineguali firmati tra le potenze straniere e la dinastia Qing. Il governo del KMT chiese alle potenze straniere di rinegoziare i trattati ad armi pari.
Prima della spedizione del nord, il KMT iniziò come un gruppo eterogeneo che sosteneva l’ispirazione americana d federalismo e autonomia provinciale. Tuttavia, il KMT sotto la guida di Chiang mirava a stabilire uno stato centralizzato a partito unico con un’ideologia sempre più tendente al fascismo. Ciò è stato ancora più evidente dopo l’elevazione di Sun a figura di culto dopo la sua morte. Il controllo da parte di un unico partito iniziò il periodo di “tutela politica”, in base al quale il partito doveva guidare il governo mentre istruiva il popolo su come partecipare a un sistema “democratico”.

Il tema della riorganizzazione dell’esercito, sollevato in una conferenza militare nel 1929, scatenò la guerra delle pianure centrali. Vari ex signori della guerra, chiesero di mantenere il proprio esercito e il potere politico all’interno dei propri territori. Sebbene Chiang alla fine riusci’ a vincere questa ennesima guerra civile, i conflitti con i Signori della Guerra ebbero un effetto devastante sulla sopravvivenza del KMT. I generali musulmani nel Kansu dichiararono guerra ai Guominjun a favore del KMT durante il conflitto nel Gansu nel 1927-1930.

La seconda guerra sino-giapponese
Sebbene la seconda guerra sino-giapponese scoppiò ufficialmente nel 1937, l’aggressione giapponese iniziò nel 1931 quando misero in scena l’incidente di Mukden e occuparono la Manciuria. Allo stesso tempo, il PCC aveva dichiarato la fondazione della Repubblica Sovietica Cinese (CSR) nello Jiangxi mentre reclutava segretamente nuovi membri all’interno del governo e dell’esercito del KMT. Chiang era allarmato dall’espansione dell’influenza comunista. Credeva che per combattere l’aggressione straniera, il KMT dovesse prima risolvere i suoi conflitti interni, quindi tentò di sterminare i membri del PCC nel 1934.
Con il consiglio dei consiglieri militari nazisti tedeschi, il KMT era riuscito a infliggere pesanti sconfitte all’esercito rosso del CSR e costretto i comunisti a ritrarsi dalle loro basi nella Cina meridionale e centrale verso le montagne. La massiccia ritirata militare divenne nota come la Lunga Marcia. Meno del 10% dell’esercito comunista sopravvisse alla lunga ritirata nello Shaanxi, ma il CSR riusci’ rapidamente a stabilire una base militare nella regione di confine dello Shaan-Gan-Ning con l’aiuto dell’Unione Sovietica che aveva definitivamente rotto l’alleanza con il Kuomintang ormai spostatosi sul fascismo. Il KMT era anche noto per aver usato tattiche terroristiche contro decine di migliaia di civili sospetti comunisti, attraverso l’uso di una forza di polizia segreta, che era stata impiegata per mantenere la sorveglianza su sospetti comunisti e oppositori politici.

Dinnanzi alla minaccia giapponese il KMT e i comunisti risuscitarono l’antica alleanza anche se era solo di nome; dopo un breve periodo di cooperazione, gli eserciti iniziarono a combattere i giapponesi separatamente, piuttosto che come alleati coordinati. L’incidente della Nuova Quarta Armata Comunista, in cui il KMT tese un’imboscata ai comunisti decimandoli, mise fine alla collaborazione tra il PCC e il KMT.
Mentre l’esercito del KMT subiva pesanti perdite combattendo i giapponesi, il PCC cercò di non ingaggiare scontri maggiori con l’invasore ma di rafforzare il controllo sui territori ancora liberi e aumentare le tattiche di guerriglia all’interno delle regioni occupate dai giapponesi. In vari casi i comunisti di proposito lasciarono che le truppe fasciste del KMT venissero massacrate dai giapponesi in previsione di una futura presa del potere.

Il Giappone si arrese nel 1945 e Taiwan (occupata dalle truppe imperiali del Sol Levante) fu restituita alla Repubblica di Cina il 25 ottobre dello stesso anno. Il breve periodo di celebrazione fu presto oscurato dalla possibilità di una guerra civile tra il KMT e il PCC. L’Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone poco prima che si arrendesse occupando la Manciuria. L’Unione Sovietica negò all’esercito del KMT il diritto di entrare nella regione, ma permise al PCC di prendere il controllo delle fabbriche giapponesi e dei loro rifornimenti.

La guerra civile
La guerra civile su vasta scala tra comunisti e nazionalisti scoppiò nel 1946. L’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) , crebbe rapidamente in influenza e potere a causa di diversi errori da parte del KMT. In primo luogo, il KMT ridusse precipitosamente i livelli delle truppe dopo la resa giapponese, smobilitarono un gran numero di combattenti addestrati che divennero disoccupati e scontenti del KMT.

Per sfuggire alla fame e per vendicarsi si unirono alle forze comuniste. In secondo luogo, il governo del KMT si è dimostrò brutale e dispotico adottando in pieno i metodi fascisti contro la popolazione ma completamente incapace di gestire l’economia, consentendo il verificarsi di un’iperinflazione. Tra gli sforzi più disprezzati e inefficaci che ha intrapreso per contenere l’inflazione ci la conversione al gold standard per il tesoro nazionale e lo yuan d’oro cinese nell’agosto 1948, mettendo fuori legge la proprietà privata di oro, argento e valuta estera, confiscando alla popolazione tutti questi metalli preziosi anche in forma di oggetti di artigianato e gioielli.

Poiché la maggior parte dei terreni agricoli del nord erano sotto il controllo del PCC, le città governate dal KMT mancavano di approvvigionamento alimentare e questo si aggiungeva all’iperinflazione. IL gold standard e lo yuan d’oro divennero misure inutili in soli dieci mesi che rafforzarono notevolmente la percezione a livello nazionale del KMT come entità corrotta o nel migliore dei casi inetta. Il terzo errore di Chiang Kai-shek fu di ordinare alle sue forze di difendere solo le città. Questa decisione diede al PCC la possibilità di muoversi liberamente attraverso la campagna.

All’inizio, il KMT ottenne il vantaggio con l’aiuto di armi e munizioni dagli Stati Uniti incurante della sua dichiarata natura fascista. Tuttavia, con il paese che soffriva di iperinflazione, corruzione diffusa e altri mali economici, il KMT continuò a perdere il sostegno popolare. Alcuni importanti funzionari e leader militari del KMT iniziarono a vendere materiale, armamenti e finanziamenti per aiuti militari forniti dagli Stati Uniti, proprio come fanno oggi i gerarchi ucraini e il loro leader Zelensky.

Questo divenne un problema che si rivelò un ostacolo alle relazioni tra i fascisti cinesi e il governo degli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman scrisse che “i dirigenti del Kuomintang erano tutti ladri”, avendo preso 750 milioni di dollari in aiuti statunitensi in quattro mesi. Truman ordinò di fermare i rubinetti.

Allo stesso tempo, la sospensione degli aiuti americani e il reclutamento di decine di migliaia di soldati disertori o smobilitati per la causa di Mao Zedong spostarono rapidamente l’equilibrio di potere dalla parte di comunisti e il schiacciante sostegno popolare a Mao nella maggior parte del paese rese quasi impossibile per le forze del KMT portare a termine con successo assalti contro i comunisti. Entro la fine del 1949, il PCC controllava quasi tutta la Cina continentale, costringendo i fascisti del KMT a ritrarsi nella vicina isola di Taiwan con una quantità significativa di tesori nazionali cinesi e 2 milioni di persone, comprese le forze armate e i rifugiati. Alcuni membri del partito rimasero nella Cina continentale e si staccarono dal principale KMT per fondare il Comitato Rivoluzionario del Kuomintang, che attualmente esiste ancora come uno degli otto partiti minori registrati della Repubblica popolare cinese.

La repubblica di Salò in salsa cinese

Nei piani di Chiang Kai-shek, la permanenza a Taiwan avrebbe dovuto essere temporanea: i nazionalisti si sarebbero fermati sull’isola il tempo di recuperare le forze e pianificare la riconquista di tutta la Cina. Ovviamente non avvenne, e la permanenza di Chiang e dei suoi a Taiwan divenne permanente.

Chiang Kai-shek installò il suo governo nella capitale Taipei, lo chiamò Repubblica di Cina e lo presentò al mondo come il governo legittimo di tutta la Cina, benché in esilio sull’isola di Taiwan. Dalla piccola Taiwan, il regime di Chiang rivendicava la piena sovranità sull’enorme Cina abitata da centinaia di milioni di persone e governata dai comunisti, chiamata Repubblica popolare cinese.

Nonostante questo, nel contesto della Guerra fredda che opponeva il blocco comunista a quello occidentale, gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi del mondo riconobbero la sovranità di Taiwan su tutta la Cina, e riconobbero quello di Chiang come il vero governo cinese.

Approfittando del caos post rivoluzionario nel continente Chiang Kai-shek ordinò spietati bombardamenti sui civili nelle città di Shanghai e Nanchino che non ottennero alcun risultato militare concreto. Al contrario aumentarono l’odio dei cinesi verso i fascisti del Kuomintang. Le forze di terra di Chiang miravano a tornare sul continente supportate dagli Stati Uniti che, inizialmente, desideravano stroncare sul nascere la Cina comunista. Supporto che fu successivamente molto mitigato anche a causa della corruzione dei politici e degli ufficiali del KMT. Chiang Kai-shek capi che per riconquistare la Cina Continentale doveva riorganizzare il suo esercito, consolidare il suo potere sull’isola e rafforzare
l’alleanza con gli Stati Uniti riconquistando la loro fiducia.

Il Terrore Bianco

Per imporre il Kuomintang a 6.5 milioni di cinesi che vivevano a Taiwan Chiang Kai-shek stabilì una feroce dittatura con il supporto di collaborazionisti locali e l’avvallo entusiasta del Presidente Dwight D.
Eisenhower coinvolto nella Santa Crociata Mondiale contro il Comunismo.
La dittatura fu possibile solo attraverso il Báisè Kǒngbù, Terrore Bianco iniziato con la dichiarazione della legge marziale il 19 maggio 1949 e terminato con l’abrogazione dell’articolo 100 del Codice penale il 21 settembre 1992. La legge marziale durò ufficialmente per quasi quattro decenni, che è stato il periodo più lungo di legge marziale nel mondo al momento della sua revoca.

La maggior parte dei procedimenti giudiziari ha avuto luogo tra i primi due decenni poiché il KMT voleva consolidare il suo dominio sull’isola. La maggior parte di coloro che sono stati perseguiti sono stati etichettati dal Kuomintang come “spie bandite” o spie comuniste, e come tali punite, spesso con l’esecuzione. “E’ giusto uccidere erroneamente 1.000 persone innocenti piuttosto che permettere a un solo comunista di scappare”. Questo era il credo dei dirigenti del Kuomintang: Chiang Kai-shek e Wang Jingwei, all’epoca dipinti dai media americani come “valorosi difensori della democrazia e della libertà in Asia”.

Le prime vittime appartenevano alla élite intellettuale, sociale e politica di Taiwan per paura che potessero creare una resistenza all’occupazione fascista o simpatizzare con il comunismo. Nel 1950 tutti i membri del Formosan League for Reemancipation (gruppo indipendentista taiwanese fondato nel 1947) furono trucidati in quanto il KMT credeva fossero sotto il controllo comunista, quando in realtà erano di tendenza liberal democratica ma si opponevano alla dittatura. I militanti del World United Formosans for
Independence furono annientati per ragioni simili.
Il Báisè Kǒngbù raggiunse gradi di paranoia e follia inimmaginabili. Furono arrestate persone che avevano dei gatti rossi, accusate di diffondere messaggi sublimali a favore del comunismo. Altre per non essersi presentate ai raduni del partito in quanto ammalati. Alcune di queste vittime furono arrestate nel loro letto di ospedale accusandoli di simulare malattie. Furono anche arrestati i dottori che attestavano il reale stato di salute del paziente con l’accusa di aiutare i comunisti.

Un giovane traduttore di fumetti fu arrestato e fucilato in quanto accusato di aver introdotto parole occulte pro comuniste nella sua traduzione del fumetto di Braccio di Ferro. In realtà si trattava della traduzione letterale del famoso fumetto americano. Il Báisè Kǒngbù facilitò la delazione e il regolamento di conti personali. Era sufficiente denunciare il vicino di essere un comunista per impossessarsi delle sue proprietà. In vari casi false denunce di “comunismo” vennero utilizzate per eliminare il rivale (marito o amante) per avere la donna amata. Tutte le denunce venivano prese come buone senza indagini sulle
motivazioni dei delatori.

I membri del Kuomintang vedevano comunisti ovunque anche al loro interno. Tra il 1952 e il 1954 ci furono varie epurazioni di ufficiali e membri del KMT sospettati di essere la quinta colonna di Mao in Taiwan. In realtà una ottima scusa per regolare conti politici interni alla dittatura fascista e per eliminare gli elementi più corretti che erano la causa della diffidenza americana nel sostenere al 100% il progetto di riconquista della Cina continentale.

Un noto aneddoto è che i più fedeli commilitoni di Chiang vivevano in case con mobilia di bassa qualità, convinti che non valesse la pena comprare mobili pregiati perché presto sarebbero tornati nelle loro case in Cina. Per decenni, dunque, l’identità di Taiwan fu forgiata dall’idea che l’isola fosse solo un luogo di passaggio, in attesa di riconquistare la Cina: ai bambini a scuola non veniva insegnata la geografia di Taiwan, ma la geografia di tutta la Cina. Questo provocò tra le altre cose enormi discriminazioni tra i taiwanesi “cinesi” arrivati nel 1949 con Chiang e gli aborigeni che abitavano sull’isola da secoli, e che furono brutalmente repressi.

Secondo alcune stime fatte sul periodo in cui governò, almeno 140mila persone furono imprigionate e almeno 3mila uccise per via della loro opposizione al regime e nonostante questo sono ancora presenti 700 statue che inneggiano al dittatore fasciata

I risvolti internazionali

Le cose cominciarono a cambiare negli anni Settanta, quando gli Stati Uniti si avvicinarono alla Cina comunista e, accettando uno stato dei fatti ormai consolidato, riconobbero la sovranità del governo comunista sulla Cina. In quegli anni, più o meno tutti i paesi che riconoscevano Taiwan come governo legittimo della Cina interruppero i rapporti diplomatici con Taiwan e cominciarono a stabilirli con la Cina.

Questo creò una situazione estremamente complicata per gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali: per stabilire rapporti diplomatici con la Cina erano stati costretti a interromperli con Taiwan, ma al tempo stesso non volevano abbandonare del tutto Taiwan, che era un alleato militare e aveva una posizione strategica invidiabile. Per questo, con il benestare più o meno implicito di tutte le parti, furono create una serie di politiche piuttosto ambigue per regolare i rapporti tra Taiwan e l’Occidente, e soprattutto tra Taiwan e la Cina.

Gli Stati Uniti, per esempio, svilupparono la politica di “una sola Cina”, secondo cui riconoscono il governo del Partito Comunista come il solo governo legale della Cina, ma al tempo stesso «riconoscono che i cinesi su entrambi i lati dello stretto di Taiwan sostengono che ci sia solo una Cina e che Taiwan faccia parte della Cina». Se questa formulazione, espressa nel 1972, sembra ambigua è perché è volutamente così: gli Stati Uniti non specificano di quale Cina fa parte Taiwan, e riconoscono semplicemente che da entrambe le parti dello stretto ci sono rivendicazioni.

Questa politica (definita di “ambiguità strategica”) ha consentito agli Stati Uniti di stabilire relazioni con la Cina comunista ma di non abbandonare del tutto Taiwan. Nel 1979 il Congresso fece passare una legge che impegnava gli Stati Uniti a mantenere rapporti diplomatici informali e provvedere armi di natura difensiva «al popolo di Taiwan». Simili politiche sono oggi adottate dalla maggior parte dei paesi del mondo, compresa l’Italia.

Per quanto riguarda i rapporti bilaterali tra Cina e Taiwan, la Cina mantiene la sua posizione granitica secondo cui Taiwan è una parte inalienabile del suo territorio.

Ma nel 1992 i due governi, pur non riconoscendosi l’un l’altro, fecero un accordo secondo cui entrambi concordavano sul fatto che esiste «una sola Cina», ma riconobbero di essere in disaccordo su quale dovesse essere il significato di «Cina»: se la Repubblica popolare cinese (la Cina comunista) o la Repubblica di Cina (Taiwan). In pratica, Cina e Taiwan concordarono sul proprio disaccordo. Questo accordo del 1992 è stato poi contestato dalla parte più progressista della politica taiwanese.

Questa situazione complicata oggi fa sì che Taiwan sia un paese sovrano e indipendente di fatto, ma che a livello formale non è riconosciuto come tale praticamente da nessun paese al mondo. La maggior parte dei paesi del mondo continua però a mantenere rapporti con Taiwan usando degli espedienti: Taiwan non ha ambasciatori all’estero, perché gli ambasciatori si scambiano solo tra stati sovrani riconosciuti, ma ha “uffici di rappresentanza” che svolgono la stessa identica funzione, senza il nome. Taiwan può anche partecipare alle Olimpiadi, ma solo con lo strano nome di “Taipei cinese”.

Il movimento nazifascista Kuomintang e una guerra civile all’origine della pretesa indipendenza di Taiwan (V. Volcic)

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