
La Russia sovietica è stata uno dei primi Paesi al mondo a introdurre per legge orari di lavoro limitati e ferie retribuite. Nel corso dei diversi decenni dell’esistenza dell’Unione Sovietica, la durata delle ferie è cambiata, ma nel Dopoguerra le vacanze duravano un mese intero di fila, o anche di più.
Ora è difficile immaginarlo, ma fino al 1917 e alla Rivoluzione le persone non avevano diritto alle ferie retribuite. Era possibile, ovviamente, accordarsi con i capi per ottenere qualche giorno di riposo, ma questi giorni non venivano pagati. Notate poi che la giornata lavorativa non durava otto ore, ma dieci, e il giorno libero era solo la domenica. Ma quasi subito dopo la Rivoluzione, venne introdotto il concetto di ferie retribuite per tutti i cittadini lavoratori.
Il diritto alle ferie in Unione Sovietica venne cancellato solo una volta, durante la Grande Guerra Patriottica (la Seconda guerra mondiale). Ma anche allora, i fondi per le ferie retribuite vennero stanziati, e semplicemente accantonati in un fondo speciale del lavoratore, che poté goderne dopo la fine del conflitto.
Milioni di cittadini sovietici erano riconoscenti a Lenin per l’esistenza dei sanatori (qualcosa a metà tra “casa di cura” e “stazione termale”; un posto dove passare le vacanze, rigenerandosi anche a livello fisico). Era stato proprio il padre della Rivoluzione a firmare il decreto “Sulle località di cura di interesse nazionale” nel 1919. A questo scopo fu deciso di utilizzare la Crimea e la costa del Mar Nero. Per esempio, nella lussuosa residenza degli ultimi tre imperatori, il Palazzo di Livadija (dove si sarebbe poi tenuta la Conferenza di Jalta), fu aperto nel 1925 un sanatorio per i contadini.
I buoni di soggiorno (“putjovka”) per i sanatori venivano dati gratuitamente ai contadini di tutto il Paese. Veniva loro pagato dallo Stato persino il viaggio. Il pacchetto comprendeva, tra le altre cose, la cura per mezzo della salubre aria di Crimea e le passeggiate lungo il “Sentiero del Sole” (ex “Sentiero dello Zar”), di 7 chilometri, nella fitta pineta.
La mattinata iniziava con la sveglia per tutti alle 7, e quindi con la ginnastica all’aria aperta, la colazione e le procedure termali e/o curative. Come possibili divertimenti venivano offerti il biliardo, gli scacchi e la lettura. A Livadija fu aperto anche un piccolo museo con oggetti personali che erano appartenuti agli zar. Sotto ogni oggetto esposto, i bolscevichi avevano messo l’indicazione del prezzo, di modo che i contadini si meravigliassero del lusso osceno in cui viveva l’ex monarchia e si rallegrassero dell’avvenuta rivoluzione.
Non importava la collocazione geografica, la cultura o la storia dei vari paesi, ogni sanatorio socialista sul territorio dell’Unione Sovietica doveva rispettare alcuni elementi ricorrenti obbligatori: un policlinico, dormitori, uffici amministrativi e spazi verdi per racchiudere la vacanza perfetta del lavoratore socialista.
Lo stato provvedeva a finanziare le cure e, dall’Armenia all’Uzbekistan, dal Kirghizistan all’Ucraina o alla Moldova, tutto il territorio dell’Urss si riempì di queste strutture che rappresentavano un’avanguardia dal punto di vista medico.
L’impostazione medica arriva perfino al controllo dei tempi individuali di esposizione al sole, fissa i requisiti di accesso agli stabilimenti: solo chi sarà in possesso di certificato medico e di una appropriata prescrizione (“putiovka”) potrà raggiungere la località climatica prescritta, non prescelta liberamente.
Se il proletario è parte essenziale della macchina produttiva socialista, il suo recupero è prezioso e deve essere efficiente. A ricomporsi sono le cellule di partito, i gruppi di fabbriche e uffici, che si raccolgono in massa in queste grandi struttura di cura e divertimento.
Il riposo, evidenziato dall’aggiunta di alcuni chili in più alla partenza, era un segno di buona salute. Si riteneva che ciò producesse la massima produttività nel periodo post-sanatorio, un concetto che persiste fino ad oggi.
I buoni di soggiorno per i sanatori venivano dati gratuitamente ai contadini di tutto il Paese. Veniva loro pagato dallo Stato persino il viaggio.

Prima del 1967, una persona aveva 12 giorni lavorativi di ferie pagate più giorni aggiuntivi a seconda delle condizioni di lavoro, e dopo il 1967 le ferie di base aumentarono a 15 giorni lavorativi più i giorni aggiuntivi. In totale, potevano arrivare fino a 36 giorni lavorativi! A seconda del luogo di lavoro, dell’anzianità di servizio e della pericolosità della produzione.
Ad esempio, i cittadini che lavoravano in istituzioni scientifiche ed educative avevano da 24 a 48 giorni lavorativi di ferie, quelli che lavoravano nell’Estremo Nord ricevevano ulteriori 18 giorni di ferie, e chi lavorava nel settore dell’abbattimento degli alberi da più di tre anni otteneva 6 giorni in più. È interessante notare che nella stragrande maggioranza dei casi, le ferie venivano concesse per intero, ovvero con un mese o più di assenza continuativa dal lavoro, visto che non c’era alcuna norma sulla suddivisione in più periodi.
Una delle caratteristiche della legislazione del lavoro sovietica era l’elaborazione di un programma di ferie per l’anno successivo, pianificato alla fine dell’anno in corso. È chiaro che non era sempre possibile per una persona andare a riposarsi proprio durante questo periodo, e se non era possibile concordare il rinvio della vacanza, il lavoratore poteva semplicemente richiedere un risarcimento monetario. Ma questo dipendeva fortemente dal luogo di lavoro ed era piuttosto raro. Se un dipendente non voleva andare in vacanza, poteva chiedere un risarcimento economico al posto delle ferie. Ad esempio, se un dipendente era stato a lungo in malattia, ed era già stato in sanatorio, poteva capitare che richiedesse il riscatto.
Le località turistiche sovietiche
ALUŠTA
La città di Alušta diviene una località di villeggiatura di importanza nazionale per effetto del decreto “sull’utilizzo della Crimea per il trattamento medico dei lavoratori” e per disposizione delle autorità governative della Crimea. Il primo sanatorio fu realizzato nell’ex dacia del generale V.M Linden, nel Professorsky Ugolok. Tutte le ville, le pensioni ed i palazzi vennero nazionalizzati e fu avviata la costruzione di nuovi sanatori. Nel 1940, 20 nuovi sanatori accolsero più di 38 mila persone per le vacanze e per i trattamenti terapeutici. Nella primavera del 1944, quando la Crimea venne liberata dagli invasori nazisti, dei 168 edifici destinati al turismo di Alušta ne erano rimasti appena 34. Tutte le attrezzature delle località di villeggiatura erano state danneggiate oppure trasferite in Germania. Ne era derivato un danno che ammontava a 200 milioni di rubli.

Durante gli anni del regime sovietico, Alušta diventò una delle località di villeggiatura più popolari dell’URSS. Qui vennero costruiti sanatori di importanza nazionale per tutta l’Unione Sovietica, le colonie dei pionieri per i bambini [4] ed il centro sportivo olimpico “Spartak”. L’intero esteso territorio di Alušta veniva gestito da un’organizzazione per il turismo e le escursioni: l’ufficio viaggi ed escursioni del Consiglio centrale dei sindacati di tutta l’Unione [5]. Nel 1984 l’agenzia fornì servizi ad una media di 500.000 turisti. Il 1972 fu un anno da record per Alušta: nel corso dell’anno nella località di villeggiatura trascorsero le proprie vacanze 1 milione 72 mila persone. Alušta diviene un popolare luogo di vacanza per i cittadini della Repubblica Democratica Tedesca e della Polonia; gli studenti provenienti da molti paesi del mondo trascorrono le vacanze nei campi estivi per studenti.
L’aria insolitamente pulita e la sensazione di quieto benessere intensificavano sempre gli effetti delle peculiarità terapeutiche del luogo. Qui venivano curate malattie dell’apparato respiratorio di natura non tubercolare, dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso.
JALTA
Negli anni del dopoguerra, la città si ingrandì rapidamente e si sviluppò come località di villeggiatura. A partire dalla seconda metà degli anni ‘50, Jalta diviene sempre più luogo di vacanza d’élite e viene creata una rete di dacie di proprietà statale.

Negli anni ‘60 l’area di Jalta includeva i centri abitati situati nelle vicinanze: Ai-Vasil, Autka, Derekoi. La maggior parte degli edifici dormitorio, dei centri di cura e delle linee di comunicazione con gli odierni sanatori è stata costruita e ristrutturata negli ultimi decenni. Tuttavia vari dipartimenti ministeriali dell’ex URSS, che per molti anni hanno eretto gli edifici dei loro sanatori sul litorale, non di rado realizzavano in modo disordinato e caotico le costruzioni, avendo scarsa cura per le infrastrutture. Proprio negli anni ‘60, lungo la costa meridionale, venne costruita una nuova autostrada, che accorciava notevolmente il tragitto da Jalta ad Alušta, Simferopoli e Sebastopoli e dal 1961 venne attivato un collegamento filoviario con Simferopoli. Gli anni ‘70 ed i primi anni ‘80, hanno segnato, nello sviluppo delle località di villeggiatura, l’inizio della costruzione di grattacieli, precedentemente mai realizzata; vengono eretti nuovi edifici a più piani destinati ai sanatori, alcuni dei quali sono rimasti incompiuti fino all’inizio del ventunesimo secolo. Il significativo aumento delle vacanze trascorse insieme alla famiglia può essere considerato un fenomeno caratteristico degli anni ‘70; precursore in tal senso è stata la casa vacanze “Pogranichnik”.
In breve tempo il nome “Jalta” iniziò ad essere associato non solo alla stessa Jalta ma anche alla maggior parte dei villaggi della costa meridionale della Crimea, il che ha determinato la comparsa dell’espressione “Grande Jalta”. Negli anni del disgelo chruščëviano, come pure successivamente, Jalta si era molto rapidamente trasformata in una delle località di villeggiatura più ambite dell’URSS, per livello di popolarità solo al secondo posto dopo Sochi. Ricevere buoni di soggiorno per la costa meridionale della Crimea era estremamente difficile; venivano concessi ai lavoratori particolarmente meritevoli in ambito culturale, ai funzionari di alto rango e agli ufficiali che avevano svolto un lavoro esemplare. Alla fine degli anni ‘80, questa località di villeggiatura di importanza nazionale per tutta l’Unione Sovietica disponeva di 180 strutture destinate alle terapie mediche e alle attività ricreative; ogni anno venivano a Jalta per riposarsi e curarsi circa 2 milioni di persone.
EUPATORIA
La storia di questa città della Crimea, così denominata in onore del re del Ponto Mitridate VI Eupatore, inizia 25 secoli fa. Un piacevole clima secco, innumerevoli spiagge per tutti i gusti, acque termali lievemente, mediamente o altamente mineralizzate, sali con proprietà curative e fanghi provenienti dai laghi circostanti: l’insieme di questi fattori ha contribuito a far diventare Eupatoria una delle località di villeggiatura più frequentate dal popolo sovietico.

Eupatoria era tra l’altro uno dei più apprezzati luoghi di cura e svago per i bambini dell’URSS. Qui giungevano bambini provenienti da ogni parte dell’Unione Sovietica. Eupatoria venne quindi considerata la località di villeggiatura con più presenza giovanile di tutta l’URSS. In questo luogo si era venuta creando una particolare atmosfera di libertà ed allegria.
FEODOSIA
Nel 1954 Feodosia, in quanto parte della regione della Crimea, venne trasferita alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. All’inizio degli anni ‘70 la città ottenne lo status di località di villeggiatura.

La spiaggia del mare di Feodosia, con la sua sottile e pulita sabbia di colore dorato, si estende per 15 km quasi lungo l’intera costa dell’omonima baia in direzione di Kerč. Al centro del litorale della baia di Feodosia sorge un insediamento di tipo urbano, Primorsky, nel quale la costa sabbiosa della Spiaggia Dorata si trasforma in un litorale di ciottoli. E’ comodo qui stare distesi sulla sabbia ed è piacevole entrare in mare sul vellutato fondale sabbioso. E’ liscio e privo di avvallamenti, sassi e cumuli di alghe che intralciano il bagno. Per un bambino e per chi non sa del tutto nuotare non è pericoloso fare il bagno. Ognuno trova la profondità che più lo aggrada. La stessa sabbia risplende in trasparenza attraverso l’acqua verdastra dalle sfumature di smeraldo. E’ come guardare in basso nel fondo di uno spesso vetro color giallo chiaro. Sulla linea dell’orizzonte invece il mare è calmo e di colore scuro omogeneo, nettamente delimitato dal cielo, che è ugualmente calmo e monocromatico ma velato di bianco. E le onde si infrangono sulla riva in modo benevolo e gioioso, investendo tutti di allegri schizzi.
Feodosia va sviluppandosi anche come luogo di villeggiatura polivalente. All’interno dei suoi sanatori viene ampiamente utilizzata l’acqua minerale “Feodosia” per la cura delle malattie dell’apparato digerente. La sorgente si trova nei pressi della città, ai piedi del monte Lysa.
MISCHOR
Situata tra Jalta e Alupka, caratterizzata da un microclima quasi identico a quello di Jalta. E’ ben protetta dai venti provenienti da nord e nord-est. L’abbondanza di sole, la pura aria di mare e la presenza di una bella spiaggia creano qui le condizioni che favoriscono il buon esito delle terapie per le stesse malattie che vengono curate a Jalta.

Gli edifici di Mischor destinati al riposo ed ai trattamenti medici sono disseminati lungo la costa per alcuni chilometri da Capo Ai-Todor fino quasi ad Alupka. Tra questi, i più importanti sono le case di cura “Bandiera Rossa”, “Charax” e “Marat”.
Nell’area territoriale di Mischor si trova uno splendido parco, che copre una superficie di alcune decine di ettari, nel quale crescono svariate colture subtropicali. Al suo interno nel 1949 sono state create coltivazioni di agrumi. Nel parco è presente la perfettamente attrezzata casa di cura “Esploratori polari sovietici”, della Glavsevmorput
Sulla spiaggia di Mischor è stato realizzato il gruppo scultoreo in bronzo “Alla fontana” e su una roccia vicino alla riva del mare si trova la scultura “ La Sirena”.
Il detox ai tempi dell’Urss: come si passavano le vacanze nei sanatori in Unione Sovietica
Davvero i cittadini sovietici erano costretti a farsi un mese di ferie pagate ogni anno?
Che bello, come vorrei che tornasse la tubercolosi anche in Italia e che a difenderci dal morbo ci fosse Giuseppe Stalin.
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Ferie pagate dallo Stato Sovietico! Vieni ad Est, nelle bellissime steppe siberiane dove, a contatto con la natura, con un clima…ehm…temperato, potrai ritrovare te stesso attraverso lo sforzo fisico! E non preoccuparti per la sistemazione, te la troviamo noi!
Non è un sogno?
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