
Il cartone animato “Il villaggio dei Puffi” fu creato nel 1958 dal belga Pierre Cuillford(detto Peyo) ,un marxista-leninista di origine belga, militante del Parti Communiste de Belgique, che narrò le vicende di strane creature blu governate dal vecchio Grande Puffo. I modelli di comportamento trasmessi dalla serie tv erano ricchi di messaggi che richiamavano al marxismo-leninismo e all’idea di un mondo fondato sulle regole del socialismo reale. La società dei Puffi è composta da membri di giovane età e di genere sessuale indefinibile dai tratti somatici poiché sono uniformi per tutti gli abitanti, ma riconoscibile dai comportamenti sociali.
La mancata differenziazione sessuale si rifà all’idea comunista di un mondo egualitario senza barriere tra sessi e tra gli individui. L’unica femmina facilmente riconoscibile è Puffetta che si distingue dagli altri per la lunga chioma bionda e per l’abito. La diversità dei Puffi è data solamente dalle dissimili abilità che essi hanno nel processo produttivo; la parola “puffo”, precede ogni qualifica che diversifica gli abitanti, assumendo così una funzione unificatrice ed identificatrice dei membri del villaggio. E’ impossibile non paragonare ciò alla parola compagno utilizzata dal Partito Comunista.
L’economia del villaggio è pianificata e centralizzata sul modello socialista reale in cui è impossibile rintracciare attività private. Gli abitanti lavorano in una comunità che ridistribuisce la produzione secondo il concetto marxista “Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni.”
Grande Puffo

Grande Puffo, vestito da una bandiera rossa , è la guida del villaggio, ha il potere decisionale in ogni ambito della vita sociale della comunità. Non è eletto ma si trova nella sua posizione perché è il membro più anziano della comunità. Tra i suoi compiti importati fa rispettare le leggi del villaggio e determina la vita sociale ed economica dello stesso, regolando di conseguenza tutte le attività che i Puffi svolgono. Le sue fattezze così particolari non possono che far sì che venga paragonato a Karl Marx, autore de “Il Capitale” e capostipite dell’idea socialista in cui il popolo sovietico e socialista (i Puffi) si riconosce. A Grande Puffo i Puffi riconoscono l’infallibilità delle sue decisione e riesce sempre egregiamente a guidare la comunità di cui è capo fuori dai guai.
Puffo Quattrocchi

L’unico che non ha un ruolo produttivo all’interno della comunità è il verboso e saccente parolaio Puffo Quattrocchi, trasfigurazione di Lev Trozky. Puffo Quattrozky si atteggia a intellettuale e sta sempre col ditino puntato, critica tutto e tutti ed è facilmente riconoscibile dagli occhialetti che indossa, conclude ogni sua frase con l’espressione “che è meglio!”.
Si considera l’erede di Grande Puffo Marx ma quando prova a sostituirlo i risultati sono disastrosi, mettendo a repentaglio la sicurezza del Villaggio. Si reputa il più intelligente e legge esclusivamente libri scritti da egli stesso.
L’unico amico e seguace che ha all’interno del villaggio è il Puffo Tontolone, che simboleggia il credulone che si fa irretire dalla retorica parolaia.
Il resto della comunità lo detesta. Le sue lunghe e irritanti prediche vengono mal digerite dagli altri Puffi, che quasi in ogni puntata lo scaraventano a calci fuori dal villaggio, espediente che simboleggia la cacciata di Trotzky dall’Unione Sovietica o lo colpiscono con un martello di legno che rappresenta la piccozza con cui lo colpì Ramon Mercader.
Puffetta

All’inizio della Serie nel villaggio erano presenti soltanto puffi maschi.
Puffetta arriva successivamente, come risultato di una stregoneria ordita per destabilizzare il Villaggio dal malvagio Gargamella, che voleva catturare i puffi per trasformarli in oro. La rappresentazione stessa del capitalismo, che considera gli individui una merce.
Per crearla Gargamella ha mescolato “un pizzico di civetteria, uno spesso strato di pregiudizi, tre lacrime di coccodrillo, un po’ di sventatezza”.
Infatti inizialmente Puffetta è futile e vanesia, viziata e seducente.
Con la sua femminilità borghese diventa subito un problema per i puffi, poiché introduceva una forte anomalia individualistica all’interno della comunità socialista del villaggio. Occorrerà un intervento di Grande Puffo Marx che, grazie ad una formula magica (il comunismo), riuscirà a trasformarla in un membro integrato nella comunità, con gli stessi diritti e doveri degli altri.
Puffetta dunque, come un elemento di rottura della famiglia patriarcale che vedeva la donna emarginata e posta in secondo piano nei rapporti di valore, interpersonali, sessuali e sociali. La sua emancipazione offre una maggiore idea di uguaglianza sociale ai membri del villaggio che non risentono assolutamente della presenza di una sola femmina all’interno del gruppo.
Analogamente l’omosessualità del Puffo Vanesio – non dichiarata ma del tutto evidente – non comporta alcuna discriminazione: i suoi eccessi stupiscono gli altri ma non creano discriminazioni.
L’economia del villaggio
Forse l’aspetto economico è uno dei più interessanti elementi a supporto dell’ipotesi sostenuta in queste pagine. L’economia del villaggio è pianificata e centralizzata sul modello socialista reale: Grande Puffo è l’artefice dei piani economici (di impostazione staliniana) e non è possibile rintracciare attività private volte a fini di lucro nel villaggio. La produzione viene ridistribuita secondo criteri stabiliti da Grande Puffo; per cui chi produrrà in maniera disomogenea si vedrà retribuito uniformemente, anche rispetto a chi ha prodotto più (o meno) di lui.
Il mercato all’interno del villaggio è inesistente, anche la moneta non esiste: tutto avviene per principi redistributivi stabiliti e pianificati. Lo scambio o il baratto non vengono praticati perché i bisogni dei Puffi sono tutti identici dato che i Puffi sono “perfettamente uguali tra loro” anche nelle necessità. Infatti nella società dei Puffi non ci sono classi sociali, non esiste una borghesia in quanto i mezzi di produzione appartengono al popolo; i Puffi sono un proletariato che si è emancipato dalla schiavitù borghese e vive applicando le idee del socialismo reale. E’ Grande Puffo che stabilisce cosa serve, in che quantità e quando deve essere prodotto o raccolto, la conformazione del villaggio sotto il punto di vista economico perciò è quella di un Kolchoz sovietico (azienda collettiva).
I Puffi rappresentano la società perfetta secondo Marx. La società è fondata su una fusione tra individuo e comunità, un’associazione di persone in cui non esiste il desiderio di soddisfare i bisogni personali, ma di raggiungere benefici comunitari.
Gli altri Puffi
Puffo Forzuto (quello coi tatuaggi sul braccio) rappresenta l’ideale soldato/operaio marxista: è capace di dare la vita per il suo paese, va sempre minacciando quelli che disubbidiscono al Grande Puffo, e mantiene in riga i reazionari. Quando Forzuto compie un lavoro che gli comanda Grande Puffo, lo fa lealmente, senza discutere sulle conseguenze.
Puffo Genio (quello con le bretelle ai pantaloni e la matita dietro l’orecchio) rappresenta il tipico lavoratore del proletariato marxista: È costruttore, inventore ed ingegnere, e riceve la stessa quantità di credito di qualunque altro puffo, senza che per questo egli si lamenti.
I Piccoli Puffi (Sognatore, Biricchino, Vanitoso e più tardi, Golosone) rappresentano la gioventù sovietica, i pionieri del fururo
Fonti