Viviamo anni di revisione storica e simboli prima odiati e ripudiati oggi vengono esaltati.
Uno dei simboli che maggiormente ha visto trasformato il proprio significato è la bandiera tricolore della Russia. Il tricolore bianco blu e rosso sventolato per secoli da chi voleva distruggere la Russia oggi viene riconosciuto come simbolo tradizionale del paese e delle sue profonde radici storiche.

La bandiera bianca-blu-rosso prima della rivoluzione del 1917 non era presente tra gli emblemi del paese. E’ apparsa in Russia nel 1676 come bandiera commerciale, il suo utilizzo fu legittimato per decreto da Pietro I nel 1705.
Il tentativo nel 1896 di trasformare questa bandiera in bandiera nazionale provocò una virulenta protesta nella società russa, che si oppose a tale introduzione.
Il tricolore, come disposizione dei colori, non era altro che la riproduzione di alcune bandiere nazionali adottate da alcuni stati europei, Nicola II decise di lasciare la bandiera tricolore come bandiera commerciale.
La grande storia della Russia è associata alla bandiera rossa. Sotto la bandiera rossa difesero la loro patria e vinsero, Alexander Nevsky, Dmitry Donskoy, Ivan il Terribile, Minin e Pozharsky. I migliori reggimenti di Pietro il Grande sventolavano le bandiere rosse. Sotto la bandiera rossa il proletariato russo ha vinto la Grande Guerra Patriottica (Seconda guerra mondiale).
Negli anni della guerra civile (1918-1920), la Guardia Bianca guidata dai generali Kornilov, Denikin e Kolchak combattè contro il proprio popolo sotto il vessillo tricolore al fianco degli alleati dell’Intesa.
Durante la seconda guerra mondiale, la bandiera tricolore bianco-blu-rosso divenne il vessillo dell’esercito guidato dal traditore Vlasov, conosciuto come “Esercito Russo di Liberazione” o “La Legione Est delle SS” che combattè al fianco della Germania nazista.


Chi era Andrej Andreevič Vlasov ?

Durante le fasi iniziali dell’Operazione Barbarossa e della battaglia di Mosca: al comando della Seconda Armata d’Urto, Vlasov offrì una strenua resistenza contro i nazisti. Venne catturato la notte del 13 luglio 1942 dalle forze tedesche e portato al campo di prigionia di Vinniza.
Durante gli interrogatori a cui venne sottoposto, sentimenti anti-sovietici e anti-comunisti cominciarono a fare breccia: da fervente nazionalista sperava nella creazione di un Comitato Nazionale Russo che guidasse la liberazione del paese.
Le idee del generale furono subito ben accolte dallo stato maggiore tedesco che vide in lui un ottimo strumento di propaganda. Vennero redatti milioni di volantini da lanciare al di là della linea del fronte con un accorato appello del Generale Vlasov: circa 800.000 traditori risposero all’appello e passarono nelle fila della Wermacht.

Negli anni 90 a seguito della caduta dell’Unione Sovietica il Giuda tricolore, per volere Eltsin, divenne la bandiera nazionale della Russia ed oggi purtroppo sovrasta il sacro Cremlino, sostituendo la bandiera rossa della Vittoria!
Siamo ben consapevoli che la bandiera tricolore fu scelta dalla borghesia russa non per caso o per casualità. Questo dimostra un chiaro contenuto di classe: rilanciare la bandiera di Vlasov è la rivincita dei “signori” contro lo Stato Socialista e l’Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini, scelta atta a celebrare la restaurazione del capitalismo in Russia. Questa è l’essenza della scelta di questi colori per la bandiera.
Come possiamo accettare la presenza del tricolore accanto alla Bandiera Rossa durante i festeggiamenti nel Giorno della Vittoria? Forse abbiamo dimenticato che durante la Parata della Vittoria a Mosca nel 24 giugno 1945 il tricolore di Vlasov fu gettato ai piedi del mausoleo di Lenin insieme alle altre bandiere fasciste?
